Don Giovanni Caprotti
Suo ricordo presso il ricovero Uboldi in occasione del Centenario della Chiesa di Dugnano
Poche persone sono rimaste a testimoniare la vita e le opere di Don Giovanni Caprotti che fu parroco di Dugnano dal 1939 al 1955, in un periodo storico difficile (la seconda guerra mondiale e un dopoguerra di povertà) che ha lasciato il segno anche nella nostra comunità.
Per capire il ministero di Don Giovanni è necessario tenere presente che è stato prete prima del Concilio e prima dei mutamenti sociali e tecnologici che hanno caratterizzato il secondo dopoguerra e ancora agiscono nel nostro tempo anche in termini di cambiamenti rapidi e radicali.
All'epoca gli abitanti di Dugnano si dividevano tra operai e contadini e la vita quotidiana era ancora scandita dal suono delle campane (la Messa delle sei al mattino e l'Ave Maria della sera); tutti si conoscevano per nome e per soprannome e si interessavano degli avvenimenti ordinari e straordinari che riguardavano i singoli e il paese.
In questo contesto è da porre Don Caprotti, uomo dal carattere schivo, ma intransigente, fu un prete dedito esclusivamente alla sua Parrocchia e ai fedeli dei quali curava la formazione cristiana e religiosa, attento anche ai rapporti individuali: spesso, incontrando un parrocchiano per strada, si informava della famiglia, della salute e della vita personale.
Frequentava assiduamente il "Circolo S. Grato", luogo di aggregazione degli uomini cattolici, ed era molto attento alla vita degli oratori che visitava ogni domenica pomeriggio.
A testimonianza della completezza del suo pensiero benefico, diretto a provvedere all'infanzia e alla vecchiaia, volle che la Casa di Riposo fosse adiacente all'Asilo affinchè formasse con lo stesso quasi un unico complesso.
Nel testamento pubblico del 7 luglio 1948, dopo essersi preoccupato di assicurare la possibilità di sussistenza all'Asilo, dettava le disposizioni che davano vita alla Casa di Riposo: "Qualora non vi abbia provveduto in vita, il mio esecutore testamentario in unione al mio procuratore generale, cureranno la costruzione e il completamento dell'erigenda Casa di Riposo Ferdinando Uboldi secondo i piani ed i progetti di cui il predetto procuratore generale è a piena conoscenza”.
Negli ultimi mesi della sua esistenza, sulla scorta dei progetti approvati, dispose che si iniziasse la costruzione. La notizia che l'ordine era stato eseguito lo riempì di intima gioia.
Non fu uomo di grandi costruzioni. L'unico fu il campanile che doveva sostituire quello pericolante che risaliva al 1839 e che mancava già di due campane su cinque (il campanone e la quarta di un bellissimo concerto) sequestrate all'inizio del 1943 per alimentare la fabbrica delle armi.
Finita la guerra maturò nel cuore del parroco la decisione di realizzare un nuovo campanile dotato di cinque campane da forgiare con la fusione delle tre rimaste. I lavori iniziarono nei primi mesi del 1949 e furono ultimati all'inizio del 1950. Il discorso di inaugurazione fu tenuto dal Comm. Ferdinando Uboldi che contribuì con la popolazione e altri benefattori ad estinguere il debito contratto per l'edificazione, in pochi anni.