Don Ermanno Passoni
Dal chronicum
27 ottobre 1955: Muore Don Giovanni Caprotti (i funerali si tengono il 31 ottobre)
11 dicembre 1955: Don Carlo Sabattini viene nominato coadiutore. Don Passoni nel frattempo lascia il suo incarico di Direttore Spirituale della Casa Alpina di Motta (Sondrio) per concorrere a diventare Parroco.
20 dicembre 1955: Viene prescelto come Parroco e prende subito alloggio a Dugnano, provvisoriamente in casa di Don Carlo. “La popolazione si è subito dimostrata contenta di tale nomina e lo accoglie con grande simpatia”.
25 dicembre 1955: Alla messa di mezzanotte Don Passoni lancia subito un appello “perché tutti si uniscano nello sforzo di dare al paese l’oratorio sia maschile che femminile”. Nei giorni successivi viene costituito un comitato che decide la posa della prima pietra per il giorno stesso dell’entrata ufficiale del nuovo Parroco prevista per il
29 gennaio 1956: Ingresso ufficiale. Un corteo di macchine lo preleva al Santuario di Saronno, la popolazione in festa lo accoglie in via Cadorna (ca’ bela), il Parroco percorre a piedi via Rotondi e, all’incrocio con via Gramsci avviene la cerimonia di scopertura di “un dipinto nuovo affrescato dal Pinbarba Cattaneo”. In Chiesa fa il discorso programmatico e poi di celebra la Messa in canto solenne. A mezzogiorno pranzo all’Asilo e, nel pomeriggio, posa della prima pietra del nuovo oratorio con discorso del Parroco e del Sindaco. “In questa occasione, per volere del Parroco, si sono raccolte esclusivamente offerte per l’oratorio, nulla per lui (circa un milione di lire)”
7 ottobre 1956: Inaugurazione del “Circolino degli uomini” e inizio rinnovo dell’oratorio femminile. “Ho messo le mani in un vespaio e mi sono messo su una strada di debiti, d’altra parte non era possibile fare diversamente e i problemi bisogna affrontarli e risolverli qualunque siano le conseguenze”
Estate 1957: Inizio soggiorni estivi parrocchiali a Isola di Pianazzo (vedi il Dugnano del giugno 1957)
16 novembre 1958: Mons. Giuseppe Schiavini benedice e inaugura il vecchio santuario e la grotta di Lourdes.
Estate 1959: Prima vacanza estiva a Folgaria
26 febbraio 1961: Prima Messa di Don Giorgio Marelli destinato coadiutore a Barlassina
Giugno-Luglio 1961: Colonia estiva alla casa alpina
24 settembre 1961: Imposizione dell’abito talare al giovane Giacomo Martinelli che frequenterà la quinta ginnasio al seminarietto del Duomo.
Dicembre 1961: Giorgio Paleari entra fra i missionari del Pime a Borghetto Lodigiano
16 febbraio 1962: Acquistate 3 statue in legno per completare l’altare del crocifisso.
12 marzo 1962: Visita pastorale del Card. Montini
Giugno 1963: Eletto papa il Card. Montini
Dicembre 1963: L’oratorio è “sostanzialmente finito, ma mancano ancora tante cose e soprattutto manca di pagarlo”.
Gennaio 1964: Grossi problemi finanziari per il mutuo con la Cassa di Risparmio che non riesce a pagare con regolarità.
28 giugno 1964: Prima Messa di Don Giuseppe Marelli celebrata in Parrocchia.
11 ottobre 1964: L’Arcivescovo Giovanni Colombo inaugura l’oratorio con una Messa alle ore 8. Si dimostra molto soddisfatto dell’opera. “Mi ha incoraggiato davanti alle mie preoccupazioni di ordine materiale, mi ha detto di stare tranquillo che i debiti che si fanno per queste opere sono necessari. Parole che mi hanno estremamente consolato e tranquillizzato.
Pasqua 1965: Ultima annotazione lasciata da Don Passoni sul libro del chronicum: “La frequenza ai due tridui è stata scarsa oltre ogni limite, non c’erano neppure tutti gli iscritti alle Associazioni! Viene da pensare se valga la pena di continuare a dare con tanta abbondanza la parola di Dio a chi praticamente la disprezza. C’era più gente sui baracconi che in Chiesa, ragazzi e ragazze comprese. Più si moltiplicano le iniziative e meno risultati si hanno”.
Ricordo di Don Ezio
Quelle parole presentavano vivissimo ai nostri occhi il “Curato” don Passoni: la sua parola penetrante e soprattutto il suo cuore sacerdotale, che batte in un corpo reso fragile dal dolore, dalla fatica e dallo strapazzo rivelano il nostro Pastore che “ha dato tutto quello che poteva dare”.
Tutto questo ha suscitato profonde emozioni e non pochi hanno letto quelle righe con le lacrime agli occhi.
Adesso ci troviamo un po’ “orfani”, in un campo reso vigna feconda dal suo zelo sacerdotale. L’abbiamo conosciuto infatti come il Predicatore convinto del Regno di Cristo e come il Celebrante devoto dei Misteri Divini, specialmente all’altare dell’Eucaristia e al Confessionale della Misericordia Divina.
Ciascuno però ha scoperto caratteristiche diverse.
I bambini stavano volentieri attorno a lui: anche se portavano disordine, lui ne era ugualmente felice. Quando pronunciavano “Cristo Regni!” scrutava in loro la trasparenza della Grazia e li invitava ad essere fedeli all’amico Gesù. Soffriva davvero quando non erano costanti.
La gioventù è stata la porzione per la quale don Passoni ha più lavorato e maggiormente sofferto.Il giovane infatti è come un campo da dissodare e seminare, nella speranza lontana di raccogliere qualche frutto. Tu giovane ricordalo allora come un seminatore di grazia, un educatore alle realtà celesti e soprattutto come un prete che viveva un cristianesimo forte senza stampelle, un prete con un cuore angosciato e preoccupato per la tua anima.
Gli adulti, le persone mature hanno imparato a comprendere il peso della responsabilità e della coerenza e più di tutti hanno seguito la sua scuola di preghiera e di attaccamento al dovere quotidiano. Trepidante sì, ma smarrito mai: guardava il cielo, l’Eucaristia, la Madonna, di cui era fortemente devoto. Era ed è la Sua Mamma.
I malati adesso hanno un esempio: lo sentono uno di loro, dal corpo fragile, ma dallo spirito forte e pronto a dare in sacrificio anche quanto ancora gli rimane.
E noi preti, religiosi e religiose... Ci ha segnato un cammino, è stato per noi vero Maestro di ascetica sulla via della donazione totale al Regno di Cristo.
Facciamo nostro il suo “Cristo regni”!
Tutti insieme ora sentiamo con urgenza il bisogno di esprimere una grande riconoscenza per quello che ha operato e, come figli che stanno intorno al padre, diciamo:
non sei passato tra noi inutilmente,
anzi ci sei ancora necessario, perchè sei un prete!