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Conferenza Episcopale Italiana:
Diocesi di Milano:
Nel Sinodo Diocesano 47° al n° 111 é scritto: "Le parrocchie elaborino un progetto educativo per ragazzi, adolescenti e giovani, tenendo conto delle indicazioni offerte a livello diocesano circa la pastorale giovanile, partendo dalle disposizioni sinodali dedicate ad essa e all'Oratorio (cfr Cost. 188-241), considerando che quest'ultimo costituisce l'ambito naturale della maturazione della fede del ragazzo e del giovane".
"Prospettiva unitaria di tutto l'impegno della comunità cristiana nella pastorale giovanile é una reale tensione missionaria; pertanto l'annuncio del Vangelo a ragazzi, adolescenti e giovani nella loro concreta situazione costituisce la preoccupazione primaria della pastorale giovanile. Alla luce di questo principio vanno operate le scelte prioritarie sia a livello di contenuti educativi, sia di strutture" (Sinodo 47°, Cost. 192).
Strumento privilegiato e prioritario con cui svolgere l'impegno educativo della Comunità Pastorale nei confronti di tutta la popolazione giovanile é l'Oratorio. Esso é una comunità che educa all'integrazione fede-vita, grazie al servizio di una comunità di educatori"(Sin.47°, Cost.218).
"Un ruolo storicamente rilevante e ancora oggi fondamentale per la pastorale giovanile ha l'Oratorio, nel quale l'intera comunità parrocchiale manifesta concretamente la sua attenzione educativa per la gioventù" (Sinodo 47°, Cost. 209).
"Il metodo dell'Oratorio (o il suo stile) é quello dell'animazione, che consiste nel chiamare i ragazzi a partecipare a proposte educative che partono dai loro interessi o bisogni…" (Sin.47°, Cost.218) e che sia disposto ad accettare e rispettare nel suo modo di comportarsi e di parlare le strutture e le persone che qui incontra.
All’interno del progetto pastorale della Comunità Pastorale l'Oratorio non può non partire dalle tre dimensioni fondamentali della vita cristiana: la Catechesi, la Liturgia, la Carità. Queste tre dimensioni sono l'anima attraverso cui passa l'intero progetto educativo e senza le quali nessuna educazione globale umana e cristiana trova pienezza di senso.
Raccogliendo le indicazioni della Pastorale giovanile diocesana, non si parla più di semplice catechesi o catechismo perché “ il voler aiutare il bambino, ragazzo, l’adolescente, il giovane a crescere in pienezza e ad incontrare il Signore, che realizza la sua vita e la sua storia, significa considerare tutte le dimensioni della loro stessa vita. Per questo il Progetto Educativo (e non più la sola catechesi o catechismo) deve tener presenti i diversi aspetti ed esperienze che caratterizzano la loro vita” ( Progetto diocesano di Pastorale giovanile, Sez. Adolescenti, pag 14) e quindi il tradizionale ed ordinario cammino di catechesi ( o meglio gli Itinerari Educativi) dei Gruppi Base comprenderà tutte e tre le dimensioni fondamentali della fede: Parola / Catechesi , Liturgia / Sacramenti/ Preghiera e Carità / Missione / Cultura / Società. I tempi di scansione della proposta saranno, in sintonia con la Diocesi, i seguenti: Tempo d’inizio (da Settembre all’inizio dell’Avvento), Tempo di Avvento-Natale (dall’inizio dell’Avvento al 31 Dicembre), Tempo della Pace ( dal 1° Gennaio all’inizio della Quaresima), Tempo di Quaresima, Tempo di Pasqua ( da Pasqua fino all’inizio dell’Oratorio Feriale), Tempo d’Estate ( dall’Oratorio Feriale a Settembre).
Al suo interno l'Oratorio attua il Progetto Educativo a due livelli: uno di base, per tutti, e uno di interesse/servizio per quei ragazzi/e, adolescenti 18/19enni e giovani più disponibili ad un impegno ulteriore in diversi settori di interesse.
Inoltre i vari gruppi non possono rinunciare a celebrare il 'Giorno del Signore' come momento privilegiato per le loro attività con l'obiettivo di tener vivo il senso comunitario di vivere e combattere, soprattutto con il gioco e lo sport di gruppo, l'individualismo sempre più presente a partire dai più piccoli. "La domenica, anche nel contesto sociale attuale, é tempo favorevole per le attività comunitarie dell'Oratorio e come tale va valorizzata" (Sinodo 47°, Cost.223).
Gruppi di base
"I GRUPPI DI BASE strutturano la comunità dell'Oratorio secondo le varie fasce di età. La vita di gruppo costituisce l'elemento fondamentale del peculiare metodo educativo oratoriano e si esprime nei momenti e secondo gli obiettivi previsti dal Progetto (ad esempio catechesi, preghiera, gioco, lavoro, sport)"(Sinodo 47°, Cost.220).
I gruppi di Base sono:
Gruppi di Servizio
"Il Progetto Educativo prevede anche i GRUPPI DI INTERESSE E DI SERVIZIO e li considera e promuove come autentici momenti formativi. Tali, gruppi aperti ai partecipanti ai vari gruppi di base, danno uno specifico contributo al cammino di crescita dei fanciulli, ragazzi, adolescenti e giovani. Ciascun gruppo ha valenze educative proprie che però devono essere coerenti con il Progetto Educativo globale, che le precisa e le propone" (Sinodo 47°, Cost. 221).
In particolare, seguendo le indicazioni del Sinodo 47° , siano promossi i gruppi di:
“ In tutti questi gruppi si favorisca la collaborazione con quelli analoghi attivi nella comunità adulta della parrocchia, così da preparare il passaggio naturale, al tempo opportuno, dalle attività oratoriane a quelle della comunità adulta.
I gruppi siano affidati ad animatori capaci di interpretare non solo il progetto educativo locale, ma anche le proposte diocesane”.
Oltre le tradizionali forme di povertà e di missione veniamo continuamente sollecitati a riscoprirne delle nuove forme. Anche i continui e recenti fatti di cronaca ci sollecitano a riconoscere nei bambini, ragazzi, adolescenti e giovani delle nostre città i “nuovi poveri” che ci chiedono di colmare il loro bisogno di relazioni umane autentiche, attraverso scelte di carità e missione. L'Oratorio realizza ciò in primo luogo attraverso gli Educatori, Animatori e Catechiste, che vivono con il Direttore dell'Oratorio la corresponsabilità di garantire l'unità e la comunione mediante un costante confronto sul servizio reso (cfr Sinodo 47°, Cost.238).
Educatori
Un ruolo particolare é svolto dalle Catechiste ed Educatori dei gruppi di base. A loro compete la conduzione dei momenti formativi e la partecipazione all'animazione degli altri momenti della vita del loro gruppo, suscitando la collaborazione degli animatori dei gruppi di interesse(cfr Sinodo 47°, Cost.235).
"È indispensabile preparare e sostenere gli educatori nel loro impegno formativo. La formazione deve, soprattutto, riguardare il cammino di fede personale. Infatti, prima di essere tale, un educatore é un cristiano, giovane o adulto, e vive quindi un cammino di fede nel proprio gruppo, partecipa alla catechesi, ha una vita spirituale intensa, con una regola, con momenti di meditazione, di riflessione, di preghiera, di direzione spirituale. In ciò é indubbiamente aiutato dall'appartenenza all'Azione Cattolica: gli educatori d'oratorio facciano parte dell'Azione Cattolica o almeno ne condividano e ne vivano la spiritualità" (Sinodo 47°, Cost.240).
Animatori
"Oltre che della preziosa opera degli educatori, l'oratorio si avvale dell'altrettanto preziosa azione degli animatori: animatori del gioco, del tempo libero; responsabili dei gruppi di interesse e di servizio; allenatori dello sport; incaricati della animazione di altri settori "(cfr Sinodo 47°, Cost.236).
Appuntamenti
Per realizzare quanto sopra:
Il consiglio dell'Oratorio é formato dai rappresentanti degli educatori dei gruppi di base e degli animatori dei gruppi di interesse.
Finalità
"Tra le diverse aggregazioni laicali, la Chiesa ambrosiana riafferma la scelta dell'Azione Cattolica, quale particolare forma di ministerialità laicale che, per il suo peculiare rapporto con il Vescovo e con i presbiteri, assume stabilmente l'impegno a servire nel campo di tutte quelle responsabilità che riguardano la costruzione nel suo insieme, della Chiesa particolare e della comunità locale. Pertanto la sua presenza sia promossa ad ogni livello e gli itinerari e gli strumenti formativi che essa offre siano valorizzati a servizio dell'intera comunità" ( Sinodo 47°, Cost. 394).
Come strada normale per la formazione alla missionarietà e alla 'corresponsabilità' (che non é la semplice 'collaborazione') il Sinodo individua la proposta associativa dell'Azione Cattolica. "Ambito privilegiato per aiutare i ragazzi, gli adolescenti e i giovani a maturare nel loro cammino di fede e, in particolare, per educare a fare propria la passione per la Chiesa, condividendo l'interezza delle proposte pastorali diocesane, sono i gruppi di Azione Cattolica. (...) Per questi motivi in ogni Oratorio va favorita la promozione dei gruppi di Azione Cattolica" (Cost. 222).
Strumenti
«Nel contesto parrocchiale il luogo preferenziale dello sport educativo è l’Oratorio.»(CEI, Pastorale del turismo, dello sport, del pellegrinaggio, p. 32).
«Le attività educative dell’Oratorio sono la catechesi, la preghiera, la liturgia, i sacramenti, la formazione del comportamento cristiano, l’apostolato ed il servizio, il gioco, lo sport ed il tempo libero. Queste attività non vanno considerate separatamente, ma devono essere coordinate attentamente fra loro. Ciò vale in particolare per lo sport. Esso nell‘ Oratorio non può essere considerato come un‘attività fine a se stessa, ma va inteso come momento e mezzo per lo sviluppo delle potenzialità psico-fisiche, per la formazione umana e cristiana dei ragazzi e dei giovani alla lealtà, alla gratuità, alla valorizzazione del corpo , al rispetto delle capacità altrui, al dominio di sé, all‘autodisciplina: si tratta di valori autenticamente umani e cristiani ».(Card.C.M.Martini, Itinerari educativi n° 73).
« La pratica sportiva può assumere una rilevante valenza pedagogica se intesa correttamente e non ridotta a fatto agonistico o a semplice riempitivo del tempo libero...L’educazione attraverso lo sport, proposta non solo ai ragazzi, ma anche alle ragazze, preveda strutture adeguate alle differenti esigenze.» (Sinodo 47°, cost. 228§2).
Sport ed educazione cristiana:
1.- «E’ compito irrinunciabile della parrocchia assicurare al Giorno del Signore la sua verità di memoriale, in particolare mediante la celebrazione eucaristica, del mistero pasquale di Cristo morto e risorto. Per questo la Domenica è il giorno di festa primordiale che deve essere proposto e inculcato alla pietà dei fedeli, in modo che divenga anche giorno di gioia e di astensione dal lavoro» (CEI, Sport e vita cristiana n° 44).
« Lo sport, mentre favorisce la robustezza fisica e tempra il carattere, non deve mai distrarre dai doveri spirituali quanti lo praticano e lo apprezzano. Sarebbe come se si corresse, secondo quanto scrive S.Paolo, soltanto «per una corona corruttibile« ( cfr 1 Cor 9,25). La dimensione spirituale deve essere coltivata ed armonizzata con le varie attività di svago, tra le quali si inserisce anche lo sport.
I ritmi della società moderna e di alcune attività agonistiche potrebbero talvolta far dimenticare al cristiano la necessità di partecipare all’assemblea liturgica nel Giorno del Signore. Le esigenze del giusto e meritato svago non possono, però, portare detrimento all’obbligo del fedele di santificare la festa. Al contrario, nel Giorno del Signore l’attività sportiva va inserita in un contesto di serena distensione, che favorisca lo stare insieme ed il crescere nella comunione specialmente familiare» ( Giovanni Paolo II, Giubileo mondiale dello sport 29/10/2000 ).
2.- «Un altro problema che non poche volte angustia parroci, sacerdoti e operatori pastorali, riguarda il corretto rapporto da stabilirsi tra il tempo da dedicare alla catechesi e il tempo dell’attività sportiva. C’è chi...pensa necessario percorrere la via di una esplicita evangelizzazione dello sport, con la proposta di specifici itinerari catechistici inseriti negli stessi tempi dell’attività sportiva. In realtà, sembra che una più concreta saggezza pastorale porti ad affermare che i luoghi della catechesi debbano essere quelli propri dell’ambito parrocchiale (Oratorio) e siano da offrirsi ai ragazzi e ai giovani mediante le normali e comuni iniziative settimanali».(CEI, Sport e vita cristiana n° 44).
3.- «L’Oratorio affida questo compito agli animatori sportivi che hanno il serio impegno di conoscere e condividere il progetto educativo e di applicarlo a questa attività senza isolarla dalle altre» (Sinodo 47°, n° 228).
L’Oratorio, organizzando le attività sportive, deve saper contare su valide figure educative, che sotto il profilo umano e cristiano siano il più possibile ineccepibili, esemplari per i ragazzi/e e per quanto possibile anche dei riferimenti in aiuto alla famiglia e agli insegnamenti cristiani « ( Progetto educativo Oratori Dugnano, pag. 11).
«I responsabili sportivi di un Oratorio o nell’Oratorio (dirigenti, allenatori, arbitri ) devono essere impegnati nella propria formazione cristiana di base e permanente, e partecipare all’azione pastorale parrocchiale, portando alla comunità le istanze della problematica sportiva e ricevendo nel contempo, stimolo a crescere come educatori e testimoni cristiani» (Card.C.M.Martini, Itinerari educativi n° 73).
4.- L’Oratorio propone «l’elaborazione di una sana cultura sportiva, anche con l’educazione al linguaggio sportivo, tentato di esprimersi in modo licenzioso e talvolta blasfemo» (CEI, Sport e vita cristiana n° 43).
5.- « Per facilitare il raggiungimento di questi obiettivi educativi è necessario che gli Oratori e gli enti di promozione sportiva di ispirazione cristiana sviluppino idonee collaborazioni e sinergie» ( Sin. 47°, cost.228§4). Raccogliendo le auterovoli indicazioni contenute nell’informatore normativo delle parrocchie «Ex lege» 1,2001 (Sport e parrocchia: problematiche pastorali, giuridiche e fiscali).
In sintesi, come dice il Card.C.M.Martini, « Oggi, a maggior ragione perchè lo sport è vissuto o almeno seguito da gran parte della popolazione al punto da costituire un costume sociale universalmente diffuso..., è assolutamente necessario che la sua collocazione all’interno dei percorsi educativi dell’Oratorio venga coscienziosamente studiata e applicata da quanti hanno a cuore lo sport e l’Oratorio» (21/2/98).
POSL (Polisportiva Oratorio S.Luigi Dugnano)
Nell’Oratorio della Comunità Pastorale è presente questa realtà; tramite apposito regolamento interno ripropone i principi sopra dettagliati, riguardanti le attività sportive.
Il Regolamento interno vuole raccogliere la ricca eredità e tradizione dell‘attività sportiva iniziata negli anni sessanta nell’ Oratorio di Dugnano (TAPS, AC San Luigi, Dugnano 85 per il calcio, Darling e PGS OK per il Volley e il Basket), e in quello di Incirano (Forze Vive) per rilanciarla sintonizzandola sulle autorevoli indicazioni pastorali del Sinodo 47° e dei recenti pronunciamenti magisteriali in campo pastorale, giuridico e fiscale.
Inoltre si vogliono aiutare tutte le persone coinvolte a livello sportivo in Oratorio a rispondere sempre positivamente alle seguenti domande, che valgono anche per tutti gli altri « Gruppi di interesse e di servizio« oratoriani : «Negli Oratori delle nostre Parrocchie si investono molte risorse – personali, di tempo, economiche – per educare le giovani generazioni anche attraverso lo sport amatoriale. Ma mi sono chiesto e mi chiedo: questo lodevole sforzo è corrisposto da una sufficiente efficacia educativa di tali attività ? Ci sono sempre le condizioni grazie alle quali un gruppo sportivo o una società realizzano in Oratorio l’intento di una vera crescita globale, umana e cristiana, dei loro partecipanti ? » ( Card. C.M.Martini 28/2/’98 ).
Si sottolineano le seguenti attenzioni relativamente ai principi generali esposti:
1.- Non si disputeranno partite casalinghe la Domenica durante l’orario della S.Messa per i ragazzi, adolescenti e giovani.
2.- Non si disputeranno partite o allenamenti in concomitanza con gli incontri formativi e spirituali per ragazzi, adolescenti e giovani.
3.- La celebrazione di una S.Messa di inizio campionato con il mandato a allenatori e dirigenti la II Domenica di Ottobre, la partecipazione agli appositi corsi per allenatori,dirigenti e arbitri, il Natale dello sportivo a livello diocesano e parrocchiale, la Festa dello Sport in una Domenica di Aprile.
4.- Ogni dirigente, allenatore e istruttore ad inizio anno sottoscrive il “patto associativo” nel quale vengono definiti i compiti, gli impegni, evidenziandone il ruolo oltre che tecnico soprattutto formativo ed educativo.
5.- La POSL recepisce le indicazioni del Sinodo 47° in materia anche amministrativa e fiscale apportando le modifiche statutarie per assumere la veste giuridica di Associazione sportiva dilettantistica, secondo la Convenzione stipulata dalla FOM (Federazione Oratori milanesi) con le federazioni sportive che hanno sottoscritto tale convenzione e che attualmente sono CSI, PGS e US.Acli.
Sempre secondo le indicazioni del Sinodo la POSL iscrive le proprie squadre ai campionati delle federazioni sportive che hanno sottoscritto o che sottoscriveranno tale convenzione.
Le strutture sportive oratoriane vengono gestite, come proposto dalla Curia di Milano, attraverso il contratto di comodato con la Parrocchia di Dugnano per l’utilizzo degli impianti sportivi di Dugnano e con la Parrocchia di Incirano per gli impianti sportivi di Incirano.
“La pastorale giovanile insieme a quella familiare, costituisce una priorità per la Chiesa in Italia. E proprio l’Oratorio è il luogo in cui queste due attenzioni pastorali naturalmente convergono: luogo di educazione e coeducazione, che si affianca in maniera quanto mai opportuna all’opera educativa dei genitori” Giovanni Paolo II 31/8/2002
Già l'Oratorio ha creato occasioni di contatto con i genitori, ma si sente l'esigenza di qualcosa in più. Riportiamo quanto dice il Sinodo 47° circa questo argomento e come é da noi attuato: "Gli adulti, con il loro comportamento e le loro scelte, siano credibile riferimento per tutti e, in particolare, per i giovani"(Cost.213). "La famiglia é l'ambito educativo primario: i genitori sono i primi educatori anche in ordine alla formazione cristiana dei propri figli. …
Essa si concretizza:
"Ai genitori va continuamente richiamato il loro peculiare, primario e insostituibile ruolo educativo, da sostenere e alimentare con opportune iniziative" ( Sinodo 47°, Cost. 212 ). Inoltre “bisogna individuare i modi più opportuni per un coinvolgimento dei genitori, proprio a partire da quelli credenti, chiamandoli a stimolare la partecipazione anche degli altri, con un difficile ma indispensabile impegno ‘missionario’. I genitori credenti devono spendersi molto di più in un lavoro con gli altri genitori che in una presenza, a volte anche un po’ assillante, all’interno dell’Oratorio direttamente con i ragazzi” (Ufficio di pastorale giovanile in ‘Mettiamo a fuoco i 14enni)
Parlando degli elementi determinanti che spingono un ragazzo, malgrado tante difficoltà, a perseverare dopo la Cresima nel cammino oratoriano, il Card. Martini ne sottolinea, tra gli altri, due:
Emerge da queste indicazioni l'esigenza e l'importanza di proporre ai genitori un aiuto reciproco in questo cammino 'controcorrente' attraverso:
Le indicazioni sotto riportate verranno integrate dagli 'Orientamenti per il cammino e programma' che l'Ufficio diocesano di Pastorale Giovanile proporrà all'inizio di ogni anno pastorale.
Come già richiamato nel Progetto diocesano, l'attenzione vocazionale viene garantita nel contesto del cammino educativo ordinario dell'Oratorio.
A partire dal 2010 è opportuna una riflessione sulle indicazioni diocesane circa il rinnovamento della catechesi relativa alla iniziazione cristiana, anche se al momento rimane attiva l’impostazione tradizionale.
“Originalità e tipicità di una catechesi che si richiama alla iniziazione cristiana consistono in un'armoniosa interdipendenza e integrazione tra il momento dell'annuncio e della memoria della fede (catechesi), quello di una sua esperimentazione e celebrazione nella Chiesa (liturgia) e quello del suo esprimersi nella vita dei catechizzandi (carità-missione)." (Nota dell'Ufficio Catechistico Nazionale, 15-6-1991, p. 11; cfr. anche Sinodo 47°, Cost. 35).
"Per i battezzati in età infantile il completamento dell'iniziazione cristiana consiste in un cammino educativo che porta ad essere adulti nella fede e inseriti nella comunità cristiana. Tale itinerario prevede una specifica catechesi e iniziative di progressiva partecipazione alla vita della comunità. All'interno di tale cammino si collocano i sacramenti della Confermazione e della Prima Comunione. Sono quindi da correggere quei modi di pensare, e le conseguenti scelte pastorali, secondo cui l’iniziazione cristiana dei fanciulli consisterebbe solo nella catechesi e questa soltanto per la preparazione dei sacramenti" (Sinodo 47°, Cost.108,1).
"L'ambiente in cui ordinariamente si svolge la catechesi in età scolare, in collaborazione con le famiglie, é l'Oratorio, nel cui ambito i ragazzi sono chiamati a proseguire la loro formazione cristiana anche dopo l'ammissione ai sacramenti dell'iniziazione"(Sinodo 47°,Cost.108,2).
"La catechesi per la vita cristiana esige che, anche per i fanciulli e i ragazzi, sia superato il tradizionale modello scolastico dell’incontro catechistico, spesso ancora prevalente, favorendo un'esperienza globale che investe tutta la vita nelle varie dimensioni e offre una ricchezza di possibilità educative: il gruppo dei coetanei in primo luogo, vera prima esperienza di chiesa, dove matura la comunione, l'amicizia e il dialogo; esperienze celebrative e di preghiera; occasioni di gioco e di attività proprie dell'età; impegni di solidarietà e di testimonianza missionaria; un'effettiva e permanente intesa e collaborazione tra i diversi ambienti educativi(famiglia, scuola, gruppi, associazioni...)" (Nota dell'Ufficio catechistico Nazionale, 15-6-1991, p.9). Un cammino di Iniziazione Cristiana con le caratteristiche di cui sopra non si può sicuramente improvvisare e nemmeno realizzare a partire dal solo testo di catechismo, ma richiede una molteplicità di proposte educative sostenute da opportune mediazioni pedagogiche e didattiche, inserite e personalizzate in un progetto educativo. Raccogliendo le indicazioni contenute al n° 26 della Nota dell'Ufficio Catechistico Nazionale, si é individuato uno strumento indispensabile in questa direzione nei sussidi di mediazione per catechisti proposti dall'Azione Cattolica Italiana. L'utilizzo dei catechismi CEI é sviluppato infatti da tali sussidi secondo una scelta ciclico-esperienziale (anno della "novità": iniziazione al mistero di Cristo; anno della "compagnia": iniziazione alla vita della Chiesa; anno della "sequela": conversione al Vangelo della vita), che parte sempre dai segmenti di vita dei ragazzi e che è ritmata sui tre itinerari fondamentali della Iniziazione Cristiana: catechetico, liturgico, caritativo-missionario. Naturalmente ogni anno l'attenzione é polarizzata intorno al sacramento proposto per ciascuna età dai catechismi CEI.
"Ogni cresimato, durante l'itinerario del dopo-Cresima, sia seguito da un adulto della Parrocchia, responsabile del ragazzo, di cosa fa, come sta, dove si trova; l'assegnazione di tale adulto potrebbe avvenire già in modo formale nel giorno della Cresima" (Card.Martini, 'Educare Ancora', n° 24).
Strumenti
Per i cresimandi, oltre a quanto sopra
"Con la ricezione dei tre sacramenti del battesimo, della confermazione, della Eucaristia, non si chiude il periodo della iniziazione cristiana, per il fatto che ragazzi e adolescenti devono ancora crescere verso un'adesione di fede più consapevole, una vita cristiana più matura, un inserimento definitivo e responsabile nella comunità cristiana adulta"(Sinodo 47°, Cost.111).
"Il cammino educativo , finalizzato alla formazione dell'adulto credente, si articola in tappe e passaggi adatti alle varie età: esso pertanto prevede per i preadolescenti l'itinerario fino alla PROFESSIONE DI FEDE (in cui il quattordicenne manifesta il suo desiderio di testimonianza di fronte alla comunità)"(Sinodo 47°,Cost.206).
“Se molte mamme hanno potuto sviluppare un prezioso apporto fino alla Cresima, pare opportuno privilegiare per il dopo-Cresima il contributo di giovani validi, dotati ciò di vera sensibilità per il lavoro di evangelizzazione e in grado di offrire un aiuto efficace alle persone nel compiere il 'passo della fede'"(Card.Martini, Educare Ancora, n° 24).
"Occorre immaginare gli anni che vanno dalla Cresima alla Professione solenne di fede non semplicemente come anni di catechesi, ma come 'itinerario' attivo e coinvolgente che, mentre comprende la catechesi, preveda altri tipi di incontro (anche gite, pellegrinaggi, ecc.) e faccia ricorso a iniziative differenti ed appropriate per favorire l’integrazione tra la fede e la vita quotidiana del ragazzo (famiglia, studio, gioco, amicizie, ideali, ecc.)"(Card. Martini, Educare Ancora, n° 24). Come già ricordato sopra, riconosciamo nel metodo esperienziale uno strumento indispensabile per favorire l'integrazione fede-vita attraverso il triplice itinerario catechetico, liturgico, caritativo-missionario nel contesto di un coinvolgimento ecclesiale completo (parrocchia, decanato, zona, diocesi, chiesa universale) sia per i ragazzi che per gli educatori. La scelta è quindi quella di valorizzare le proposte di mediazione del catechismo CEI “Vi ho chiamati amici” che valorizzano tale metodo esperienziale
I contenuti sono quelli proposti annualmente dall’Ufficio di Pastorale giovanile diocesano
"Si deve creare nei genitori, nei padrini e nei cresimati il convincimento che la partecipazione all'itinerario del dopo-Cresima (cfr. Preadolescenti) è un impegno per tutti i cresimati. Il non partecipare deve essere sentito come un'anomalia, un venir meno alle scelte espresse nella celebrazione della Cresima" (Card. Martini, 'Educare ancora, n° 25).
Strumenti
"Il cammino educativo, finalizzato alla formazione dell'adulto credente, si articola in tappe e passaggi adatti alle varie età. Esso pertanto prevede per gli adolescenti l'itinerario articolato in un triennio" (Sinodo 47°, Cost.206).
Contenuti e metodi sono quelli suggeriti annualmente dall'Ufficio diocesano di Pastorale Giovanile.
La dimensione del gruppo é determinante quale luogo significativo e strumento imprescindibile per l'educazione alla fede degli adolescenti. Occorre inoltre ricordare che l'impegno di educatore é inadatto agli adolescenti e che un loro impiego come 'aiuto-animatori' o 'aiuto-catechisti' nei gruppi di interesse o di servizio non deve andare a scapito della possibilità di vivere appieno l'esperienza formativa del gruppo base adolescenti. Queste attenzioni evitano il rischio di uno 'sfruttamento' degli adolescenti rispetto alle esigenze di un'età che chiede non solo impegni concreti ma anche motivazioni ed approfondimenti sulle ragioni che giustificano un cammino di fede.
Il Sinodo 47° incoraggia presenze significative di testimonianza nella scuola (cfr. Cost.202). Le motivazioni di questo impegno stanno nel valore straordinario che la scuola riveste per gli adolescenti e per i giovani. Anche in noi c’è il desiderio di sviluppare questa attenzione seguendo le indicazioni della Commissione Diocesana Studenti; essa ha lo scopo di promuovere una motivata presenza degli studenti cristiani nella scuola ed insieme di aiutare a riflettere sulla necessità che la Pastorale ordinaria preveda nei suoi cammini formativi l'attenzione normale all'ambiente scolastico (cfr. Cost. 201, 569 e 573).
Per il Lavoro confronta quanto detto per la scuola e la Pastorale diocesana per adolescenti/giovani lavoratori.
Decisivi per raggiungere gli obiettivi sopra ricordati, sono la presenza di educatori realmente 'credenti' e attenti ad un rapporto educativo capace di favorire la crescita delle persone ed il coinvolgimento dei più motivati nell'avvicinare gli altri amici, nel non creare barriere, nell'evitare giudizi troppo facili.
Strumenti
"Il cammino educativo, finalizzato alla formazione dell'adulto credente, si articola in tappe e passaggi adatti alle varie età. Esso pertanto prevede per i diciottenni-diciannovenni l'itinerario che trova il suo momento conclusivo nella Redditio Symboli, in cui il diciannovenne consegna all'Arcivescovo la regola di vita, confermando il suo impegno a seguire Gesù" (Sinodo 47°, Cost. 206).
L'educazione ad una propria regola di vita. Questo percorso rappresenta un vero cammino di educazione alla libertà; di una libertà che si consegna nelle mani di Dio che vuol visitare ogni dimensione dell'esistenza, pur rimanendo la Regola uno 'strumento', non quindi qualche cosa che, una volta elaborata, risolve tutto. Infine la Regola é il segno della decisione di continuare il cammino di fede nel gruppo dei giovani della parrocchia e di proseguire nella ricerca della propria vocazione.
Contenuti e metodi sono quelli suggeriti annualmente dall'Ufficio di Pastorale Giovanile
Programmazione per Educatori, Scuola, Lavoro, simile a quanto previsto per gli adolescenti.
Strumenti
“Il cammino educativo, finalizzato alla formazione dell'adulto credente, si articola in tappe e passaggi adatti alle varie età. Esso pertanto prevede per i giovani dai venti ai venticinque anni l'itinerario che esplicita la loro vocazione nella Chiesa e che aiuta nel passaggio alla comunità adulta, con la testimonianza per il regno e la responsabilità personale" (Sinodo 47°, Cost.206).
Un progetto serio di educazione alla fede dei giovani non può prescindere dalla proposta intelligente e coraggiosa di forti esperienze spirituali personali, come i Ritiri e gli Esercizi spirituali. Difficilmente un giovane matura nella fede senza vivere periodicamente queste esperienze. Tra i vari luoghi segnaliamo in particolare le proposte che si tengono all'Eremo San Salvatore.
Contenuti e metodo sono quelli suggeriti annualmente dall'Ufficio di Pastorale Giovanile
Per L’Università, confronta le proposte della Consulta diocesana per la Pastorale Universitaria
Per il Lavoro confronta le proposte della Pastorale Diocesana per i giovani lavoratori.
Strumenti